Bagni di Masino - Rifugio Gianetti

Dati:

Dislivello: 1362m

Durata: 3h 30'

Impegno fisico: Elevato

Difficoltà: E

Offerta Attrezzatura

Descrizione:

I Bagni di Masino,punto da cui parte quest'escursione,sono,meglio dire erano poichè chiusi dal 2015, un'antica stazione termale nella bellissima val Masino,una laterale della valtellina.

Conosciuti fin dal medioevo,per raggiungerli occorre seguire una strada asflatata che dal paese di Ardenno ci conduce sino alla località,dopo circa 18 km,passando per gli abitati della valle: Masino,S.Martino ecc...;la strada termina proprio in prossimità dei bagni dove troviamo un ampio parcheggio dove lasciare la nostra autovettura,quando le terme erano ancora aperte il parcheggio era a pagamento ma da quando sono state chiuse,se non ci sono altri cartelli o indicazione,il parcheggio è completamente libero.

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 Una volta posteggiato seguiamo un'ampia sterrata che si addentra verso alcune abitazioni,ma dopo nemmeno 10m troveremo la deviazione per il rifugio Gianetti alla nostra destra,attraverseremo un prato delimitato da un muretto a secco per poi entrare immediamente in un bosco di caducifoglie.

Le pendenze sono fin dai primi metre abbastanza elevate ed il sentiero è una lunga scala naturale.

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Dopo circa 30' di salita,raggiungeremo alcune baite dell'alpe Corte Vecchia,dove il sentiero spiana,prima di raggiungere le vecchie baite,ormai abbandonate,usciremo dal fitto bosco e percorreremo un breve tratto in un prato dove il sentiero è "invaso" dalle foglie della vegetazione che ci circonda.

Dalla Corte vecchia,sempre in piano,raggiungeremo dopo circa 5' le Termopili,due grossi massi appoggiati l'uno all'altro che formano un tunnel che dovremo oltrepassare.

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Una volta superate le Termopoli il sentiero torna ad avere pendenze importanti e a salire con gradoni,dapprima immersi in un bel bosco per poi salire tra prati e arbusti,molto esposti al sole,fatto da non trascurare nelle giornate maggiormente calde.

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Incontriamo prima di arrivare ad un baitello un piccole fonte d'acqua che sgorga fuori dalla roccia.

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Arrivati al baitello,le pendenze diventano estremamente elevate,saliamo sempre su un sentiero di gradoni naturali tra erba e arbusti,in pascoli che vengono chiamati della "Rösa".
Il sentiero in questo tratto sale con continui tornanti,e saliamo circondati da piccole cascatelle che scendono da ogni dove; a circà metà salita troveremo un breve tratto in piano dove dovremo oltrepassare un piccolo torrente che scende tra le rocce,facendo attenzione a non scivolare sulla roccia liscia.

Superato questo torrentello le pendenze tornano ad aumentare,tuttavia i prati lasciano spazio ad una fitta vegetazione che permette di salire riparati dal sole.
Pian piano ci stiamo avvicinando all'imbocco della Val Porcellizzo,ormai il sentiero sale parallelamente rispetto ad un ampio torrente che ridiscende dalla val Porcelizzo.

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Al termine di questo tratto di percorso entriamo nel famoso Pianone,un grande piano che è considerato l'imbocco della val Porcellizzo,i panorami cambiano notevolmente,i boschi si diradano e davanti a noi possiamo già ammirare i bellissimi Badile e Cengalo.

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Siamo a circa metà salita,possiamo in questo breve tratto riprendere fiato,magari alimentarci,prima di affrontare la seconda metà del percorso;una volta giunti sul Pianone oltrepasseremo una piccola baita e oltrepasseremo i vari torrenti grazie ad una serie di ponticelli.

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Superata la serie di ponticelli il sentiero rimane ancora per pochi metri ancora pianeggiante,per poi aumentare nuovamente le proprie pendenze ed iniziare ad affrontare una serie di gradoni naturali con pendenze elevate che mediante una serie di tornanti sale verso il rifugio che non siamo ancora in grado di intravedere.

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A volte lungo il sentiero incontriamo alcuni piccoli rigagnoli d'acqua che hanno il difetto di rendere il percorso estremamente scivoloso,è consigliabile in certi punti dove sono presenti grossi massi lisci uscire dal sentiero e cercare una traccia asciutta che ci permetta di salire senza grossi problemi,le pendenze rimangono sempre estremamente elevate,non mollano nemmeno un secondo.

La salita seppure faticosa la riusciamo ad affrontare senza grossi difficoltà,al contrario in discesa è consigliabile avere un paio di racchette da trekking,in modo da evitare di sollecitare troppo le ginocchia e i piedi per via dei continui gradini.

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Dopo circa 1h da quando abbiamo lasciato il "Pianoro",arriveremo al rifugio,solo negli ultimi metri di salita saremo in grado di intravederlo,prima di allora una serie di massi e "collinette" non ci permetteranno di intravederlo,solo dopo aver superato un bel cubo costruito da alcuni massi,riusciremo ad vedere il rifugio e giganti che si stagliano alle sue spalle.

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Anche gli ultimi metri prima di raggiungerlo sono estremamente impegnativi,le pendenze sono sempre alte e i gradoni naturali del sentiero continuano sino al rifugio.

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Dal rifugio è possibile ammirare uno dedgli scenari più belli delle alpi con il Pizzo Badile e il Pizzo Cengalo che si stagliano alle nostre spalle.

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